Diventare uno scrittore: i consigli di Leo Edwards

 










DIVENTARE UNO SCRITTORE

di Leo Edwards

(dalla Chatter Box di Poppy Ott and the Tittering Totem, 1929; traduzione di Gianluca Gemelli)

 

 

Molti ragazzi che sognano una carriera nella carta stampata mi hanno scritto chiedendomi consigli su da che parte iniziare. Proverò a rispondere.

Per prima cosa vorrei dire che la capacità di scrivere non è un dono che viene dall’alto: insomma secondo me non si nasce scrittori, ma lo si diventa. Se in questo momento mi sta leggendo un giovane Milton del ventesimo secolo probabilmente avrà qualcosa da ridire, ma non è a lui, unico fortunato che è davvero nato scrittore, che io mi sto rivolgendo, ma a tutti i ragazzi normali, come me!

Una delle cose che dico di solito è che a fare di te uno scrittore è soprattutto un forte bisogno di scrivere, che senti dentro. Da quello vengono l'impegno e la dedizione con cui ti metti al lavoro, provando e riprovando, finché, a meno che tu non sia proprio negato, prima o poi arrivi in qualche modo in porto.

Se quel che vuoi fare nella vita è scrivere, buttati e tieni duro: scrivi e poi continua a scrivere. Fai pratica più che puoi, e non dimenticare di darti da fare anche a scuola. E poi leggi dei buoni libri, e rifletti sulle loro trame.

Collabora col giornale scolastico, e se la tua scuola non ce l'ha, fondalo tu. Se è possibile, mettiti a disposizione di un giornale locale come reporter. Cosa difficile, se abiti in una grande città, ma qui a Cambridge, Wisconsin, quando abbiamo sete beviamo l’acqua da un tubo di gomma per innaffiare, e ci sono moltissime altre piccole città in questo paese dove qualsiasi cosa fa notizia e qualsiasi ragazzino può scrivere un articolo di giornale. Vi assicuro che è un’ottima palestra.

Uno scrittore di successo è anche qualcuno che ha vissuto un po’ di vita, per cui voi ragazzi dovete avere un po’ di pazienza. Non puoi aspettarti che qualcuno legga la tua roba e che qualcun altro ti paghi per scriverla se non hai fatto un po’ di esperienze, in modo da rendere credibile quel che racconti. Perché le storie che uno scrive sono quadri di vita vissuta; i personaggi più riusciti sono sempre quelli che i lettori riconoscono, e che sembrano loro più reali.

Quindi devi studiare le persone. Sii un buon osservatore e un buon registratore... e poi anche un buon mixer!

Non startene soltanto seduto a sognare e a guardare le nuvole, pensando di essere una persona speciale. Vai per strada, nelle sale gioco, in campagna, e trai ispirazione dalle vite dei tuoi amici e degli adulti che conosci.

I ragazzi a volte sono inclini ad abbandonarsi alla fantasia. Tipo viaggi sulla luna e roba simile. È una buona cosa, per sviluppare l’immaginazione, ma probabilmente non è quel che farà di te uno scrittore di successo.

Guarda quella banda di ragazzini. Si stanno facendo un sacco di risate. Ma che sta raccontando Bill di tanto divertente? Un eccitante viaggio sulla luna?  Ma no: sta raccontando di quando Pete si è seduto su un calabrone durante la lezione di scienze, o di quando Jack è rimasto incastrato nella scala antincendio.

Gli aspiranti scrittori spesso guardano troppo lontano; quelli di successo di solito guardano i loro amici o al massimo il vicino di casa.

Per cui lo ripeto: studia le persone che incontri e prendi nota mentalmente delle loro caratteristiche più interessanti. Studia. E fai molta pratica di scrittura. E poi, quando avrai vissuto abbastanza, sarai pronto a pubblicare le tue storie.

Non dimenticare che romanzi e racconti sono solo una piccola parte del mondo della scrittura. Migliaia di uomini e donne lavorano nelle redazioni dei giornali e nelle agenzie pubblicitarie, e anche quello si chiama scrivere, anzi, forse soprattutto quello. Anche scrivere una lettera commerciale è scrivere. Perciò non disprezzare queste attività più umili, che possono darti l’opportunità di guadagnarti da vivere mentre continui a far pratica, e a sognare per te qualcosa di più grande.

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